勝つ考えは持つな、負けぬ考えは必要
La pratica del Budo è molto più di uno sport.
E' qualcosa che si trasmette da pelle a pelle, da cuore a cuore, da spirito a spirito
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Il Jujitsu - Jujutsu è un'antica forma di combattimento di origine giapponese di cui si hanno notizie certe solamente a partire dal XVI secolo quando la scuola Takenouchi produsse una codificazione dei propri metodi di combattimento. Ma certo l'origine del jujutsu è molto più antica e la definizione, durante tutto il periodo feudale fino all'editto imperiale del 1876 che proibì il porto delle spade decretando così la scomparsa dei samurai, si attribuiva alle forme di combattimento a mani nude o con armi (armi tradizionali, cioè spada, lancia, bastone, etc.) contro un avversario armato o meno, praticate in una moltitudine di scuole dette Ryū, ognuna con la propria specialità. Bo, sai, e nunchaku diventano armi, ma nascendo da semplici attrezzi da lavoro. Le armi erano inaccessibili ai civili, e questi ultimi adattarono nell'uso i pochi strumenti che avevano a disposizione, usandoli appunto per difendersi.
Jujitsu in Italia . Il Ju Jitsu, o “Lotta Giapponese” come allora era denominata, fece la sua prima apparizione in Italia nel 1908 nel corso di una manifestazione alla presenza dei Reali d’Italia grazie a due sottufficiali della Regia Marina, il cannoniere Raffaele Piazzolla e il timoniere Luigi Moscardelli, che lo avevano appreso durante il loro servizio in Estremo Oriente. Questa esibizione suscitò grande interesse, ma rimase fine a se stessa, come semplice fatto curioso, orientale. Quello che non riuscì ai due “pionieri” riuscì a un altro sottufficiale, il cannoniere Carlo Oletti, che frequentò gli stessi corsi dei suoi colleghi rimpatriati: sotto la guida del Maestro Matsuma, campione della Marina militare nipponica, egli praticò il Ju Jitsu, che approfondì nei Ryu di Nagasaki, Miatsu, Hokodate e Tauruga.
Nel mondo esistono molte Scuole che praticano jujitsu; suddivise in scuole autentiche tradizionali - koryu - legati alla secolare tradizione marziale giapponese, vedi la nostra Matsuda Den Daito Ryu Jujutsu Renshinkan o altre ben note in Italia con radici antiche e quelle “Moderne” che sono nate dalle esperinze personali di alcuni Insegnanti , differenziandosi molto dal Ju Jitsu originale giapponese sia per i principi applicati nelle tecniche che per l’approccio alla disciplina , ma qui non voglio entare nel merito .
Il Ju Jitsu Tradizionale, a differenza degli stili moderni (leggi articolo) (che comunque non rientrano nelle discipline olimpiche), non prevede l’agonismo.
Il rispetto è uno dei principi insegnati nelle arti marziali. Si pratica in ogni momento dell’attività sul tatami e fuori, verso sé stessi, i compagni e gli insegnanti. Ogni lezione, ogni tecnica , vengono preceduti da un saluto, che è uno dei gesti fondamentali in queste discipline, insegnato come prima cosa a qualsiasi principiante in un Dojo. Il Saluto non è mai stato un gesto formale, ma sempre un atto di rispetto nei confronti del compagno o dell’avversario e prelude ad una pratica attenta e corretta. La prima virtù della moralità marziale è l’umiltà, cioè la capacità di controllare il proprio orgoglio. Umiltà significa saper mantenere un atteggiamento di disponibilità costante verso gli altri, perché in ogni momento si può imparare, ed è quindi saggio restare sempre in una condizione di apertura al dialogo. Chi sa non ha bisogno di mettere in mostra il proprio sapere o di vantarsene come un pavone, chi sa poco sente il bisogno (per sicurezza) di darsi grandi arie.
Gendai budō ( 現代 武 道 ) , significa letteralmente "budo moderno", o Shinbudō ( 新 武 道 ) , che letteralmente significa "nuovo budo" sono entrambi termini che si riferiscono alle moderne arti marziali giapponesi , che furono stabilite dopo la Restaurazione Meiji (1866-1869). Kobudō è l'opposto di questi termini che si riferiscono alle antiche arti marziali stabilite prima della Restaurazione Meiji.
Koryū (古流) è una parola giapponese che si traduce in "antica scuola" o "antica tradizione" soprattutto nel contesto delle arti tradizionali giapponesi (arti marziali, artigianato) che risalgono a prima della modernizzazione (Meiji).
(Fonte Wikipedia)
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Scuole di Daito-Ryu in Italia (articolo)
Posted on May 5, 2021 by Aikido Italia Network
https://simonechierchini.com/2021/05/05/scuole-di-daito-ryu-in-italia/
I gradi del Budō - Jujutsu
Oggi con molta facilità ci sono molte Associazioni , Enti, Federazioni Private , Organizzazioni fasulle che rilasciano gradi e qualifiche come se fosse un vero mercato . Si può considerare vera tradizione solo quando un insegnante segue un percorso tecnico sotto una vera scuola tradizionale giapponese . La trasmissione all’interno dei Ryū avviene tradizionalmente mediante il conferimento di un documento scritto chiamato “Makimono”.
Chiunque voglia apprendere un percorso serio comincia nel livello shu (della forma) che comprende l'intero sistema kyu. In esso rientra l'apprendimento basilare delle tecniche (omote) e il raggiungimento del livello psicofisico necessario per toccare i livelli superiori. Si tratta di costruire e rafforzare autodisciplina, volontà, pazienza, comprensione e convivenza con altri, elementi senza i quali non è possibile progredire. Durante questo primo periodo lo sviluppo della tecnica è l'unico criterio di misurazione utilizzabile.
Originariamente il mudansha era rappresentato dalla sola cintura bianca, simbolo della "non conoscenza, della purezza e della libertà della mente"; in seguito fu introdotta la suddivisione tra cintura bianca e cintura marrone, cui si aggiunse poi quella dei colori intermedi.
Omote significa "basilare, fondamentale" e simboleggia il lato visibile dell'arte marziale, quello che ognuno può apprendere: tutte le tecniche vengono scomposte e studiate ricercando la perfezione formale, priva di contenuti spirituali.
Gradi di maestria tecnica
Il primo grado Dan del Budo (Shodan) autorizza ad indossare la cintura nera ed è il primo grado dell’allievo sulla Via, età minima 18 anni . Shodan , cintura nera , mostra che l’allievo padroneggia le basi tecniche e che ha ampliato il suo potenziale interiore, in modo tale che nel grado successivo potrà arrivare a sperimentare lo spirito del Budo. Qui comincia la Via.
Il livello yudansha giunge sino al quarto dan e corrisponde al livello della "libertà della forma" (ha), il livello del guerriero. Il praticante può divenire un esperto di quella stessa tecnica utilizzata ai livelli kyu ma compresa nel suo significato reale.
Il 1° dan (shodan) nel Jujitsu consente di indossare la cintura nera ed è il primo passo dell'allievo lungo la Via (do): in questo momento comincia il vero percorso . Lo studio si raffina e l'arte marziale viene valutata anche dal punto di vista psico-fisico: l'allievo è in grado di capire che dietro l'esercizio fisico c'è la ricerca di uno stato mentale più appagante, così i gradi si evidenzieranno solo quando il praticante avrà superato il livello della dipendenza dalla forma.
Nel 2° dan (nidan) e nel 3° dan (sandan) si uniscono la comprensione dell'importanza dell'atteggiamento mentale e la maggiore efficacia delle tecniche.
Il 4° dan (yondan) è il "livello dell'esperto". Il confine della tecnica puramente corporea viene raggiunto e chi lo acquisisce sa che per poter migliorare dovrà cercare e percorrere nuove vie. Egli interiorizza gli aspetti spirituali dell'arte vivendoli nella scuola e nel quotidiano. A questo livello si forma il legame tra la filosofia dell'arte marziale e tecnica.
Kodansha - La maestria spirituale
Gradi di maestria spirituale
I gradi kodansha sono propri del vero maestro essi permettono di condurre un allievo al di là degli aspetti puramente formali della tecnica preparandolo alle conoscenze della Via (do).
Irokokoro - La maturità
Grado della maturità
I gradi di maestria più elevati nel Jujutsu sono espressioni della maturità, legati ai titoli :
Renshi: “Maturità spirituale”, competenza e padronanza di uno stile, potrebbe essere paragonato ad un assistente di un professore universitario. Renshi è un titolo da maestro, riservato al 5° o al 6° Dan età minima 45 anni .
Kyoshi: “Colui che pratica”, potrebbe essere paragonato ad un professore universitario. Kyoshi è un titolo da maestro, indica anche Maestro di Maestri, riservato al 7° o al 8°Dan età minima 40 anni .
Shihan , è un titolo utilizzato per i Maestri di livello alto, a partire dal 7° dan , che richiede moltissimi anni di pratica per essere raggiunto, età minima 45 anni
Hanshi “La trascendenza dell’essenza”, Il titolo più alto all’interno degli Shihan è Hanshi, che non è semplicemente l’inverso dei caratteri, mentre Shihan significa un modello di insegnante. Hanshi significa una persona esemplare. Hanshi è un titolo da maestro, riservato al 9° o al 10° Dan dietro un percorso serio e duraturo nel tempo rilasciato da un valido insegnante o dalla Ryu di appartenenza in caso contratio è pura carta straccia . Età minima 55 anni .
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- la Shobukai - Daito Ryu Aikijujutsu di Hosaku Toshimi Matsuda Sensei (allievo di Sokaku Takeda ) ;
- Shidokai - Jujutsu originaio dell' Hakko Ryu Jujutsu fondato da Okuyama Sensei .
La tradizione tecnica del Daito-ryu Renshinkan include: jujutsu , aikijujutsu e aiki-no-jutsu e tecniche con armi . La sua filosofia e le tecniche hanno influenzato direttamente lo sviluppo di molte arti marziali popolari, come Shorinji Kempo, Hakko Ryu Jujutsu, Hapkido .
TAKEDA CLAN - Successori dal 1056!
Lineage Daitōryū
Takeda - Matsuda - Maeda - Takase
1th Generation
Shinra Saburō Minamoto no Yoshimitsu 新羅 三郎 源 義光 (1056-1127)
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35th Generation Sokaku TAKEDA 武田惣角 (1859-1943)
36th Generation Toshimi MATSUDA 松田敏美 (1895-)
37th Generation Takeshi MAEDA 前田武 (1907 - 2001) 3
8th GenerationMichio TAKASE 高瀬道雄 (1964)
“il vero significato della parola Samurai è uno che serve il potere dell’amore” ed anche “la via del guerriero è la creazione dell’armonia” Essere guerriero significa essere libero , a differenza del soldato che obbedisce senza chiedersi perché, il guerriero sceglie e lotta per ciò in cui crede senza farsi condizionare da niente e da nessuno.
Shindo Ryu: "Scuola della via dello Spirito"
La storia di Yamanaka ha Shindo Ryu Jujutsu fonda le sue radici nella metà del 1800 presso il Dōjō di Hirotsuke Totsuka dove veniva insegnata l'arte del Yoshin Ryu.
Uno dei migliori studenti del Dōjō era Katsunosuke Matsuoka il quale, spinto dalla voglia interiore di miglioramento e di approfondimento dello studio delle Arti Marziali, si approcciò anche al Jikishin Kage Ryu, Hokushin Itto Ryu, ed al Tenjin Shinyo Ryu.
Matsuoka fondò, quindi, un proprio sistema di Jujutsu partendo dai principi del Totsuka di Yoshin Ryu ed includendovi alcuni aspetti degli altri stili da lui studiati (tra cui alcune delle tecniche si ritrovano ancora oggi nello Shindo Ryu Jujutsu).
Matsuoka chiamò questo sistema Shindo Yoshin Ryu che si traduce come "la nuova scuola dello spirito del salice". Negli anni successivi il primo kanji, "shin" (tradotto come nuovo) è stato sostituito dal suo omofono “sacro” dando al nome della scuola una nuova connotazione ossia: “la sacra scuola dello spirito del salice”.
Uno degli studenti di Matsuoka, Matakichi Inose (Nidai Soke) dopo molti insegnamenti, concesse a Yokiyoshi Tatsusaburo Nakayama il “Menkyo Kaiden” ossia la “licenza di trasmissione completa” delle regole e degli insegnamenti dello stile.
Nakayama ha insegnato Jujutsu presso la Scuola Media Shimozuma per circa 20 anni. I suoi studi nelle Arti Marziali erano di ispirazione classica, infatti nei lunghi anni di pratica approfondì sia le tecniche di Kenjutsu che di Jujutsu (arte in cui era maestro). Nello specifico studiò gli stili di Jikishin Kage Ryu e Onoha Ittoryu kenjutsu (entrambe scuole di Kenjutsu, l'arte della spada), e fuse le tecniche di combattimento con la Katana con quelle del Jujutsu, influenzando alcuni dei movimenti che, ancora oggi, si ritrovano nel Yamanaka-ha Shindo-Ryu Jujutsu.